Correva l’anno 2013 e dopo 9 anni e una figlia di 2, finalmente decidiamo di sposarci!
Il nostro viaggio di nozze doveva essere a misura di bambina, ma c’era una meta che era un sogno di entrambi: New York.
Così il 9 luglio siamo partiti per trascorrere 4 giorni nella grande mela e 10 giorni in Messico in un villaggio super attrezzato e adatto anche alla piccolina, dove il relax avrebbe fatto da padrone…in teoria.
Raccontarlo ora fa molto ridere….in realtà durante questo bellissimo viaggio non sono mancati gli intoppi che lo hanno reso indimenticabile e buffo allo stesso tempo.
New York a luglio, si sa, non è la meta adatta perché il caldo è afoso e negli alberghi la temperatura ti fa pensare di passare dall’equatore al polo nord. Nonostante questi numerosi sbalzi termici passiamo 4 giorni magici riuscendo a visitare comodamente tutte le classiche mete turistiche.
Incredibilmente Aurora si è adattata ad ogni scomodità, inclusa la levataccia alle 4 del mattino per prendere il volo per Cancun.
Presa da uno slancio di positività, decido che il viaggio di nozze fosse il momento giusto per toglierle il ciuccio. Cosa mi è passato per la testa non mi è ancora chiaro oggi. Come potevo pensare di non rovinare la vacanza della mia vita in questo modo? E invece dopo 1 sola notte insonne, si era già abituata.
Un sogno direte? E dove sta la disavventura?
Non poteva essere la figlia dueenne a fare il macello….no, ci ha pensato il neo marito.
10 giorni magici sulla spiaggia di Playa del Carmen, relax, buon cibo, escursioni alle rovine Maya e chi più ne ha più ne metta
fino a quando, l’ultimo giorno ci dirigiamo verso l’aeroporto per tornare a Milano.
Per l’ultima colazione Nicola ha pensato bene di mantenersi leggero visto che dovevamo affrontare due voli. Un semplice caffè e brioche al contrario mio e di Aurora che abbiamo spazzolato il buffet.
Appena saliti sul taxi ho visto il viso di Nicola diventare prima giallo e poi bianco. Mi dice che ha mal di stomaco e quasi non resiste fino all’arrivo. Il bagno dell’aeroporto è la prima vittima del suo malessere.
L’ansia ha iniziato a salirmi ma speravo che, essendosi liberato, la situazione tendesse a migliorare.
Saliamo così sull’aereo in direzione Atlanta, dove avremmo fatto il primo scalo, ma dove ci attendeva un forte temporale. Su e giù dagli aerei e Nicola ricomincia a star male. Una volta a bordo il comandante ci comunica che per le cattive condizioni meteo siamo costretti ad attendere (circa 2 ore) ed è qui che si scatena l’inferno intestinale.
Nicola non resiste e corre verso i bagni dell’aeromobile trovandoli entrambi occupati..il danno è fatto. La Hostess si ritrova inondata e per vendicarsi chiama l’ambulanza.
Sfrecciando sulla pista arrivano due simpatici dottori che inizialmente si dirigono verso il nostro vicino di posto…in realtà non volevo crederci che i paramedici erano stati chiamati per Nicola, ormai stava decisamente meglio ed eravamo prontissimi per tornare a casa.
Dopo il primo scambio di persona, il medico ha visitato Nicola dichiarando che, per ragioni di sicurezza, avrebbe chiesto al comandante di farci scendere dall’aereo.
L’uragano era nulla in confronto al nervoso che mi stava salendo quando il comandante mi ha intimato di prendere i nostri bagagli e uscire, tra l’altro facendomelo dire dalle hostess come se io non meritassi una comunicazione diretta con la suprema carica.
Ho gridato e sbraitato contro di lui per 15 minuti (in Inglese naturalmente) facendogli capire che con una bambina di 2 anni e un marito, che ormai stava benissimo, non aveva senso farci scendere chiedendo di smettere di fare una tragedia inutile….finché ad un certo punto mi sono trovata la polizia alle spalle.
Nicola mi ha chiesto di voltarmi e a quel punto mi sono convinta e siamo stati accompagnati al gate dalle Hostess dove è iniziata l’anteprima del film Zootropolis. -Sicuramente si sono ispirati alla signorina della biglietteria quando hanno costruito la scena del Bradipo ( la trovate qui ). Per rifarci i biglietti con partenza il giorno dopo ci abbiamo messo quasi 1 ora, probabilmente era la prima volta che vedeva la tastiera di un computer.
Le ho chiesto 4 volte dove avrei trovato il mio passeggino e la gentile signorina, senza nemmeno guardarmi in faccia, mi ha assicurato che sarebbe stato caricato con i nostri bagagli direttamente sul volo del giorno dopo. Quindi senza valigie né passeggino siamo stati 1 notte ad Atlanta ospiti della Delta Airlines.
Inutile dire che la notte ho vomitato io e che l’unica a salvarsi dal virus è stata Aurora.
Naturalmente, per finire in bellezza, una volta arrivati a Milano il passeggino non c’era al ritiro bagagli, ma per fortuna era stato ben conservato al Lost&Found perché arrivato con il volo del giorno prima.
Tutto è bene quel che finisce bene, anche il nostro viaggio di nozze letteralmente inondato!
Che disavventura! È brutto già stare male in vacanza… figuriamoci all’estero e in aereo!!
Comunque anche mio marito tra noi due finora è quello che ogni tanto si ammala in vacanza????????????