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Solidarietà Dichiara…ta

Dopo aver già attraversato tutta l’Italia, da Vicenza a Lecce, percorrendo la costa adriatica con le varie tappe del progetto Solidarietà Dichiarata, risaliamo lungo la tirrenica proseguendo con le altre fermate, arrivando a Genova, dove tutto è nato.

Ero contentissima di portare il progetto ‘a casa’ dopo un anno di duro lavoro. Sono venuti tanti amici a trovarmi in tutte le piazze d’Italia, ma casa è casa. C’erano i miei genitori, amici e parenti, la tv locale, è stata una festa bellissima. Musica, pesca di beneficenza e ovviamente il nostro simulatore di macchina da rally, una giornata perfetta.

   

  

La mattina dopo partiamo per la nona tappa del progetto Solidarietà Dichiarata, Monza.

Come ogni giorno ci fermiamo a fare benzina ai due mezzi, il furgone e la macchina, e cogliamo l’occasione per prendere un caffè. 2500km in dieci giorni sono davvero tanti, e il caffè ancora un po’ e lo prendevamo direttamente in vena.

Non era solo il viaggio, era tutto l’insieme. Parti la mattina, monta il simulatore, fai le riprese, lavora tutta la giornata per raccogliere fondi, smonta tutto e riparti un’altra volta. Insomma, senza caffè davvero non saremmo sopravvissuti.

Quindi… facciamo benzina e ripartiamo.

Peccato che al furgone di lì a poco cominci ad accendersi la spia del motore, poi andatura a scatti, ed infine modalità protezione e limite fisso a 30 all’ora. Panico! Ci fermiamo, lo lasciamo riposare e riparte senza spia, come se nulla fosse successo, ma dopo un po’ di km tutto ricomincia: spia, scatti, 30 all’ora. Spegniamo e ricominciamo daccapo, e per fortuna, tra un riposino e l’altro, riusciamo ad arrivare a Monza.

Andiamo subito da un meccanico che ci fa una diagnosi generale, ma finché non ci mette le mani sopra, non può sapere realmente cosa sia. Possono essere diverse cose, e l’unico modo per saperlo è lavorarci su.

Ha trovato acqua nel serbatoio e nel motore, ha dovuto sostituire la pompa del gasolio, filtri vari e pulire tutto. Peccato che a fine giornata saremmo dovuti tornare a Vicenza perché il giorno dopo era l’ultima tappa del progetto, ma il meccanico non è riuscito a sistemare il furgone prima del pomeriggio del giorno successivo.

Ovviamente non siamo potuti andare a Vicenza dove ci aspettava la festa finale con l’associazione locale che aveva organizzato una giornata speciale: musica, truccabimbi, giochi. E come se non bastasse, ha diluviato tutto il giorno, quindi saltata completamente l’ultima tappa.

Perché come tutti i buoni progetti che si rispettino, non poteva mancare la (dis)avventura finale!

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