La sindrome del viaggiatore

La sindrome del viaggiatore è un malessere temporaneo che colpisce chi è in viaggio in determinati luoghi quali India (sindrome dell’India), Gerusalemme (sindrome di Gerusalemme), Parigi (sindrome di Parigi) o Firenze (sindrome di Stendhal).

A differenza di quello che si pensa, il viaggio non è solo fisico, infatti è pure un cammino interiore, morale e spirituale, anche se non ce ne rendiamo conto. Quando si viaggia ci si immerge in una realtà diversa da quella quotidiana alla quale non sempre si è preparati emotivamente. Spesso ci si fa un’idea del posto che si andrà a visitare, ma può capitare che il mondo reale sia molto diverso dalle aspettative, e le emozioni che si accumulano sono talmente forti da sommergere completamente la persona, che non riesce a gestire tali sensazioni, cogliendola alla sprovvista. Le persone più colpite sono i viaggiatori solitari e le donne.

La sindrome del viaggiatore si manifesta in diversi modi: sensazione di disagio, stress, tachicardia, capogiri, vertigini, vampate di calore, fino ai casi più estremi quali allucinazioni, paranoie e crisi d’identità.

Normalmente i sintomi cessano con il rientro a casa e il ritorno alla vita quotidiana.

Viaggiare è un’esperienza che ci tocca nel profondo dell’anima, e la stessa, a volte, viene sopraffatta

 

 

 

 

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