Dopo una lunghissima attesa, finalmente è arrivato il momento: si parte per l’America, destinazione New York!
Avevo deciso di portare con me la mamma, non avevamo mai fatto un viaggio insieme, e questa mi sembrava l’occasione giusta per farlo.
(Qui trovate il desiderio realizzato)
La mattina della partenza vado a prenderla.
Siamo già in ascensore, pronte a mettere i bagagli in macchina e partire, quando la guardo e… ‘mamma vieni in ciabatte?’
Scoppiamo a ridere, la giornata inizia col piede giusto…. ma con la scarpa sbagliata!
Ancora non sapevamo che quella sarebbe stata la prima di una serie di (dis)avventure.
Torniamo a casa, e mentre mamma si cambia le scarpe, rifacciamo a voce l’inventario delle cose da portare. Non manca nulla, siamo davvero pronte per partire.
Siamo partite da Genova, ma da qui non ci sono voli diretti, quindi abbiamo fatto Genova-Roma-New York.
Il tempo tra un volo e l’altro è davvero stretto, occorre fare tutto di corsa tra recupero bagagli e check-in per il volo successivo.
Questo è il caro prezzo da pagare per chi, come me, vuole viaggiare low cost.
Aeroporto. Siamo in fila al check-in e… tac, mi arriva il ciclo.
Ovviamente ho gli assorbenti in valigia, quindi è già una fortuna non averla ancora spedita.
Cerca, fruga, rovista in borsa per trovare la chiave che apre il lucchetto… ma ovviamente l’ho dimenticata attaccata alle chiavi di casa… che ho lasciato a casa…
Le soluzioni sono solo due: tagliare la valigia ancora prima di partire, e già mi sentivo male perché è praticamente nuova, o cercare qualcuno che possa rompere il lucchetto.
Opto per la seconda, ma chi può rompere un lucchetto?
La mamma ha un colpo di genio e in un batter d’occhio ci ritroviamo dalla polizia.
Nel giro di qualche minuto il lucchetto salta, ma visto che dentro la valigia ci avevo lasciato il pc, e ora è facilmente accessibile, devo riorganizzare i bagagli.
Cambio l’ordine delle cose, e in men che non si dica, anche questa è stata risolta.
Saliamo sul volo.
Che emozione.
Tra qualche ora saremo in America!
Tra un film e l’altro, il pranzo e due chiacchiere il tempo vola, e anche noi.
La gioia di atterrare a new York è indescrivibile!
Ci mettiamo due ore a uscire dall’area controllo passaporti, ma non abbiamo fretta.
Ci attendono due settimane di viaggio sicuramente indimenticabili.
Recuperiamo le valigie e via di corsa verso la Grande Mela.
Manhattan è carissima, per questo avevo deciso di affittare un appartamento in New Jersey, 20 minuti di bus da New York.
Facendo i conti, nonostante il bus avanti e indietro ogni giorno, abbiamo comunque risparmiato molto. Tanto, qui a Genova, 20 minuti di solito li passiamo in traffico per arrivare in centro, nonostante siano solo 7km.
Sapendo di non avere connessione internet, se non a pagamento, avevo già preparato piantina e indicazioni per arrivare all’alloggio.
L’aeroporto Kennedy è immenso, ma alla fine arriviamo abbastanza facilmente al trenino che ci avrebbe portate alla metro per raggiungere Manhattan.
Siamo in metro quando noto un dettaglio nella valigia di mia mamma. Mancava l’etichetta gigante gialla che le avevo messo per riconoscerla.
Che strano, avranno fatto qualche controllo, magari l’hanno tolta, oppure si è rotta.
Eppure è strano.
Continuo a fissare la valigia in cerca di una risposta e noto che ha solo due ruote.
L’avevo acquistata da poco apposta per questo viaggio, ed ero sicura di averla comprata con quattro ruote. Ma forse mi sbaglio.
Non smetto di fissare la valigia e mi rendo conto che anche il colore non è lo stesso che avevo scelto. Simile, molto simile, ma non quello.
C’è qualcosa che non mi torna.
‘Mamma sei sicura che sia la tua valigia?’
E no, non lo era!
L’emozione le ha giocato un brutto scherzo. Nella fretta di uscire dall’aeroporto, non si è accorta che ha preso la valigia sbagliata.
Non sappiamo se ridere o piangere.
Non ci facciamo prendere dal panico, e qualche fermata prima di arrivare a Manhattan, scendiamo dalla metro, facciamo dietrofront e torniamo in aeroporto.
Le distanze sono enormi.
Sconsolate arriviamo in aeroporto e ci dirigiamo verso il banco ‘lost and found’ quando una ragazza ci corre incontro e ci chiede se ‘quella’, indicando la valigia di mamma, era la nostra valigia.
No, non era la nostra.
Tra millemila persone, questa ragazza ci aveva trovate, o meglio, aveva ritrovato la sua valigia.
Quante probabilità c’erano? Incredibile!
Le faccio alcune domande sul contenuto per assicurarmi che fosse proprio la sua, e gliela restituiamo.
Ma la nostra valigia?
Per fortuna era al lost and found.
Peccato che, avendola lasciata sul rullo, hanno dovuto fare i controlli e tagliare i ganci per aprirla, perché la valigia nuova ha il lucchetto incorporato e non si poteva semplicemente rompere il lucchetto come avevamo fatto con la mia qualche ora prima.
Ma che ci importa, l’importante è avere di nuovo il bagaglio.
Raggiungiamo il nostro appartamento in New Jersey e ci godiamo le nostre meravigliose e meritate vacanze.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Le (dis)avventure si sa, capitano.
L’importante è saperle affrontare nel modo giusto, senza per questo rovinarsi il viaggio, ma sapere di avere, oltre alle foto, una storia divertente da raccontare al ritorno!
P.s. Comprate valigie con lucchetto NON incorporato ?
Nonostante le disavventure iniziali spero che siate riuscite a godervi il viaggio! New York è una città magnifica dove sono stata l’ultima volta nel 2019 e dove volevo tornare proprio quest’anno, ma per il momento non me la sento ancora.
Per quanto riguarda le valigie, non metto mai il lucchetto proprio perché temo di doverlo rompere per qualche emergenza!
Eh si, l’inizio è stato impegnativo, ma il viaggio è stato stupendo!