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Tasmania parte 2

Salgo finalmente sul volo che mi porta da Melbourne a Hobart, ed essendo l’ultima passeggera non trovo posto per il bagaglio a mano, ma gentilmente l’hostess mi prende la borsa dicendo che ci pensa lei.

Atterrati e quasi tutti scesi, cerco la mia borsa, ma nulla. Chiedo aiuto alla hostess cui l’avevo consegnata un paio d’ore prima, che mi indica una borsa rimasta nel porta bagagli. La mia era una borsa grigia, grande come un trolley da bagaglio a mano, mentre quella che mi ritrovo davanti agli occhi è una borsetta blu, grossa neanche la metà della mia. Mi guardo bene intorno, ma niente, è l’unica….. panico!

Dico alla hostess che quella non è la mia borsa, ma né a lei né a nessun altro importa molto. Chiedo di fare un annuncio prima che i passeggeri lascino l’aeroporto, ma vengo praticamente ignorata. Mi mandano al banco check-in per parlare col servizio clienti, ma non trovo nessuno. Fermo allora il primo poliziotto che mi passa davanti. Gli spiego l’accaduto e gli chiedo di aprire la borsa, che nel frattempo le hostess hanno portato a terra e che apparentemente non potevano aprire per motivi di sicurezza, speranzosa di trovare qualche documento all’interno, così da contattare il proprietario.

Aprono la borsa e……nulla, solo alcuni vestiti da donna. Capisco al volo che chi ha scambiato la sua borsa con la mia, ha lasciato nulla e trovato il paradiso, nella mia borsa c’era tutto, e per tutto intendo proprio TUTTO! Documenti (ovviamente incluso il passaporto), carte bancarie (inglesi, australiane e italiane), soldi, cellulare col numero italiano, computer portatile, macchina fotografica, ipod, vestiti e ricordi vari dei due anni passati in Oz e dei precedenti in Uk. L’unica cosa che mi resta è il cellulare con la scheda australiana, ma la batteria è scarica e non ho credito, così non posso neanche avvisare la ragazza che mi aspetta per ospitarmi.

Comincio a rassegnarmi all’idea di non trovarla più. Passano ore e nessuno chiama in aeroporto per informare dello scambio bagaglio. E’ ormai ovvio che non lo faranno.

Resto seduta in un angolo, quasi disperata all’idea di non avere i documenti, e di conseguenza neanche un’identità in un paese straniero, dall’altra parte del mondo, che tra l’altro devo lasciare dopo pochi giorni per tornare in Italia. Ho perso tutto!

Si avvicina il poliziotto, e gentilmente mi dice: sarai affamata, ti va se ti offro un panino al bar? coppio in lacrime! Quando le persone s’interessano a te nei momenti bui fa sempre tanto piacere e suscita una forte emozione.

Finito di mangiare mi dice che a quel punto sono passate troppe ore e che chiunque sarebbe già rientrato a casa e si sarebbe accorto dello scambio di bagaglio, la speranza di ritrovarlo a quel punto è praticamente nulla.

Andiamo nell’ufficio della polizia direttamente in aeroporto e iniziamo le pratiche per la denuncia. Per prima cosa chiamiamo la banca per bloccare le carte, e mi dicono di andare di persona per il riconoscimento tramite domande segrete, così da potermi almeno dare accesso ai soldi del conto e organizzare tutto il resto. Molto gentilmente i poliziotti si offrono di accompagnarmi, e m’informano che, nel momento in cui la banca mi avesse identificata come cliente e verifica il mio conto, cosi da poter prelevare dei soldi, loro mi avrebbero lasciata li e sarei dovuta tornare in aeroporto per conto mio per proseguire con la denuncia.

Finita la procedura di riconoscimento, mi mostrano dei taxi proprio di fronte alla banca, e mi dicono che posso tornare facilmente con uno di quelli.

In banca mi attivano una carta turisti, nella quale spostano i soldi del mio conto, cosi da poterli prelevare in qualsiasi momento ovunque mi trovo, e finito il tutto mi dirigo al taxi. Da buona genovese chiedo il costo per andare in aeroporto e mi sparano 40$, rinuncio in tempo reale e chiedo se ci sono dei bus navetta. Mi indicano una fermata nei dintorni, e li mi dirigo, il biglietto costa solo 14$. Non so quantificare quanto tempo ho aspettato, ma mi è sembrata un’eternità, quando finalmente passa il pulmino per l’aeroporto. L’autista mi guarda e mi dice: dove vai? E io, piangendo: all’aeroporto. Mi guarda confusa e mi dice, guarda che fino alle 18 il bus non torna in aeroporto perché non ci sono voli. Erano da poco passate le 14. Le spiego che devo tornare in aeroporto per completare una denuncia perché mi hanno (ormai ufficialmente) rubato il bagaglio, e lei improvvisamente si illumina.

Mi dice che una signora, tornata con lei un paio d’ore prima, una volta rientrata in albergo, si è accorta di aver preso il bagaglio sbagliato, che aveva chiamato il servizio clienti della compagnia aerea senza risultati e che avrebbe voluto tornare in aeroporto per restituire la borsa, cosi si erano sentite per accordarsi sull’orario di partenza del bus. La richiama subito e me la passa. La signora mi fa qualche domanda sul contenuto della borsa e, appurato che è la mia, le ripasso l’autista per prendere un appuntamento. Si mettono d’accordo e mi fa salire, non mi fa neanche il biglietto, si gira verso le persone che doveva ancora accompagnare e dice: scusate, ma tarderemo un pochino, devo accompagnare questa ragazza, è una cosa urgente. Nessuno fiata e finalmente arriviamo di fronte all’albergo, dove c’è già la signora fuori ad aspettarmi con la mia borsa. Tiro un sospiro di sollievo talmente grande che non si era mai visto nella storia, quasi un ruggito. Scendo di corsa ed entro in albergo con lei. Si scusa almeno un milione di volte, mi dice che si era accorta dello scambio solo qualche ora dopo essere arrivata in albergo e deciso di cambiarsi prima di uscire col figlio a fare un giro, dopo essersi riposata. Mi dice che vedendo il contenuto della borsa si è subito resa conto di quanto potesse essere grande la mia preoccupazione. Aveva anche provato a chiamare ‘mamma’ dal mio cellulare italiano, che per fortuna era spento, visto che in Italia erano circa le tre di notte. Cioè, v’immaginate mia mamma che alle tre di notte risponde al mio numero italiano, sapendo che sono dall’altra parte del mondo, e sente parlare una signora cinese che parla inglese??? Mi chiede se fossi già organizzata per la notte e le spiego che avrei dovuto chiamare una  ragazza che mi avrebbe ospitata, ma che vista la situazione e il cellulare scarico, non avevo ancora avuto modo di sentire. Tira fuori 50$ e me li mette in mano dicendomi: spero che questi bastino a organizzarti per la notte. Le dico che non è necessario, che mi basta aver trovato la mia borsa e provo a restituirli, ma lei insiste e……non serviranno a restituirmi l’ansia spesa, ma in compenso mi ci faccio una buona mangiata!!!

Tutto è bene quel che finisce bene!

#disavventurediviaggio

#vendoansiaavanzata

  

  

 

 

 

 

 

 

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