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Il Viaggio delle Radici

A luglio 2024 ho accompagnato per la prima volta un ‘Viaggio delle Radici’ ed è stata una delle esperienze più affascinanti e significative della mia carriera lavorativa.

Tutto è iniziato quando, insieme ad altri professionisti, abbiamo vinto un bando per un progetto turistico del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale chiamato Italea. Questo progetto è destinato agli italo-discendenti, invitandoli a intraprendere un viaggio alla scoperta delle loro origini italiane.

Dopo un anno di intensa formazione e preparazione, il 2024, proclamato in Italia ‘anno delle radici’, ha segnato l’inizio del nostro lavoro: abbiamo sviluppato e promosso itinerari, attività e laboratori, e presto siamo stati contattati da Daniel Devia.

Daniel, un colombiano consapevole delle sue radici italiane grazie a un bis bis nonno di nome Dionisio, cercava da oltre cinque anni documenti per provare la sua discendenza ma senza successo. Nonostante avesse ingaggiato professionisti sia in Colombia che in Italia, non aveva trovato nulla e un giorno, leggendo un articolo di giornale su di noi e sul nostro progetto, ha deciso di contattarci.

Nel giro di un paio di giorni facciamo una videochiama e non c’è dubbio, Daniel questo viaggio vuole farlo, perché sa che solo affidandosi a noi riuscirà a trovare qualcosa.

Il tempo gli darà ragione.

Gli propongo di fare un Viaggio a Sorpresa spiegandogli che sono specializzata proprio in questo e senza neanche pensarci accetta con fiducia.

Abbiamo fatto per lui la ricerca genealogica con un nostro collaboratore professionista partendo dai pochi documenti che lui aveva già trovato e da qui inizia il nostro incredibile viaggio attraverso le sue origini. La nostra indagine ci ha portato a scoprire dettagli sorprendenti sulla sua storia familiare di cui neanche lui era a conoscenza ma per mantenere la sorpresa, abbiamo tenuto tutto segreto.

Il viaggio è stato straordinario, un crescendo di emozioni.

Il primo giorno è stato accolto in Regione Liguria dall’Assessore del Turismo con tanto di tv e giornalisti, il gruppo folkloristico con cui ha fatto un bellissimo laboratorio di canzoni in dialetto genovese e vestiti tipici, la visita guidata di Genova e dei luoghi iconici dell’emigrazione.

Al Museo del Mare lo abbiamo fatto salire su un’imbarcazione simile a quella su cui ha viaggiato il suo avo, e lì, ha potuto vedere e capire le difficoltà e il disagio che ha dovuto affrontare Dionisio nella sua traversata dell’Oceano Atlantico.

Il secondo giorno siamo andati a Sanremo realizzando così il suo sogno di vedere il Teatro Ariston. È sorprendente sapere che ci sono più italiani all’estero che seguono il Festival di quanti ce ne siano in Italia.

Alla fine della visita siamo finalmente partiti per il paesino delle sue origini: Lucinasco.

Il suo desiderio era, oltre a trovare dei documenti, quello di conoscere in quel paese persone con il suo stesso cognome, e noi lo abbiamo decisamente accontentato facendolo alloggiare all’Agriturismo Nonni Devia che per altro, avevano numerose somiglianze in comune tra i vari padri e nonni. L’accoglienza è stata commovente, proprio come una riunione di famiglia dopo tanti anni.

Il terzo giorno è iniziato con un viaggio nel tempo che ci ha riportati al 1800. Abbiamo visitato un frantoio antico di quell’epoca e una casa tipica. Dalla ricerca genealogica era venuto fuori che l’avo di Daniel era un proprietario terriero ed era un ‘fattoiano’, cioè un produttore di olio. Abbiamo visitato gli ulivi e visto come è cambiata la produzione nei secoli. Un viaggio nel viaggio.

 

L’ultimo giorno è stato il giorno di scoperta della tanto attesa storia familiare e come regalo di compleanno gli abbiamo dato la ricerca genealogica bella confezionata.

L’emozione è stata enorme.

Ogni documento aveva la sua storia che gli abbiamo raccontato pagina dopo pagina ma le sorprese non erano ancora finite. Niente era come sembrava ed è stata una vera sorpresa per lui.

Siamo poi andati a visitare il paesino vicino, Borgoratto, una piccola frazione di Lucinasco perché è lì che Dionisio si era trasferito prima della partenza e in cui poi abbiamo scoperto essere ritornato e morto.

Gli abbiamo mostrato la chiesa in cui era stato battezzato e in cui è stato l’ultimo saluto e la casa in cui vivevano i suoi familiari. Poi siamo andati al cimitero dove abbiamo trovato alcune tombe corrispondenti al suo albero genealogico.

Sono stati momenti memorabili, davvero molto emozionanti.

Per concludere la giornata, la Sindaca lo ha accolto in Municipio assieme agli abitanti del posto, al prete e alle varie associazioni che si occupano di promozione del territorio. Ognuno lo ha omaggiato di qualcosa di importante: una bella targa, lo stemma di famiglia, libri sulle tradizioni, storia del paese, ma la sorpresa più bella di tutte, è stato sicuramente conoscere i discendenti in vita del suo albero genealogico che erano li presenti. Un’esperienza unica!

Infine, da buoni italiani, siamo andati a festeggiare con un ottimo aperitivo e una dolcissima torta di compleanno.

Prima dei saluti finali, siamo tornati a Borgoratto dove il prete ci ha gentilmente aperto la chiesa e ci ha mostrato i ‘Registri delle Anime’. Ci ha spiegato che il prete ogni 10 anni faceva il censimento degli abitanti passando di casa in casa, scrivendo sui registri chi viveva dove e con chi. Anche Dionisio era presente sui registri e leggere il suo nome lì sopra è stato davvero un viaggio nel tempo surreale e indimenticabile.

La conclusione del Viaggio delle Radici non è solo il termine di un’avventura personale, ma il culmine di un processo che lega indissolubilmente passato e presente. Vedere la commozione di Daniel nel ricongiungersi alle sue radici, scoprire storie sepolte nel tempo e rintracciare legami familiari ha illuminato l’importanza di conoscere le proprie origini. Questo viaggio non ha solo risposto a domande, ma ha creato connessioni profonde e durature, ricordando a tutti noi quanto sia fondamentale il nostro retaggio.

Daniel è tornato a casa con un bagaglio di ricordi, storie e nuovi legami familiari che arricchiranno per sempre la sua vita. Ma il suo viaggio rappresenta anche un faro di speranza per tanti italo-discendenti in cerca delle loro radici.

Il progetto Italea costruisce ponti tra le generazioni, celebrando l’anno delle radici con la promessa che ogni storia, per quanto sepolta, merita di essere raccontata.

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